Il LIMONCELLO: liquore tipico della Costiera Amalfitana

Nel blog in cui vi racconto la Costiera Amalfitana non posso non parlarvi del limoncello, il suo liquore tipico. Vi svelo come ralizzarlo e qualche curiosità.

Il limoncello si produce dalle scorze del limone, non uno qualsiasi, ma il “Limone Costa d’Amalfi”, nome con il quale è stato riconosciuto IGP, ma più comunemente chiamato “Sfusato Amalfitano”.

Ne parlo qui: Lo Sfusato Amalfitano: il limone della Costiera Amalfitana

Lo Sfusato Amalfitano, infatti, a differenza delle altre varietà di limoni, ha una buccia molto spessa, di colore giallo chiaro, con aroma particolarmente intenso. Queste caratteristiche sono date proprio dall’elevata presenza di terpeni, essenziali per la produzione di liquore. Il grado alcolico delle scorze si aggira intorno al 20% e il 32% vol. 

Per realizzarlo, si mettono a macerare le scorze nell’alcool puro, aggiungendo acqua e zucchero. Il tutto poi riposa nelle bottiglie per un mese circa in un luogo fresco e buio. Se preferite, potete anche trasformarlo in un’ottima crema di limoncello, aggiungendo semplicemente latte o panna.

Il Limoncello, oltre ad essere degustato come digestivo, è utilizzato per bagnare alcuni dolci, tra cui il Babà. Ne ho parlato in questo articolo: Il Babbà con due “b”

Sulle sue origini, si può pensare che, data la grande produzione di limone in Costiera Amalfitana, sia stata un’invenzione casalinga. Se vi capita di provare questo tipo di limone, nello sbucciarlo, vi renderete conto che la sua buccia, così chiara e dolce, non si farà buttar via facilamente. Forse è per questo che si è pensato di riutilizzarla per produrre quello che sarebbe diventato il liquore più famoso al mondo. Divenuto così tanto popolare, tante sono le leggende che si narrano sulla sua nascita. Ma, secondo me, la sua storia è molto semplice: provate a sbucciare un limone Sfusato Amalfitano e capirete che l’uomo non poteva non pensare come adoperare un qualcosa di così buono per non buttarne via nemmeno un pò. In fondo, il limoncello, narra anche una storia di sostenibilità, in cui uno “scarto” può rappresentare una ricchezza.

roberta limoncello

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